Monica De Gennaro, dove ha messo la medaglia d’oro olimpica?
«A casa, assieme alle altre. Ma è sicuramente la più bella di tutte. È il traguardo che ogni atleta vuole raggiungere, il sogno nel cassetto fin da bambini. In realtà avevo perso le speranze dopo la mia esclusione dalla nazionale nel 2023. Mi sarei accontentata anche di un bronzo. Ora sono molto felice. A Parigi ho vissuto emozioni molto forti».
Che differenza c’è stata nel gruppo azzurro rispetto alle esperienze precedenti?
«Julio Velasco».
Cosa vi ha dato in più?
«Ci ha trasmesso tranquillità e ha gestito bene la pressione. Noi sapevamo da anni di essere una squadra forte, quindi anche con l’obbligo di vincere. Velasco è stato bravo a far emergere il talento individuale e collettivo».
C’è un grandissimo entusiasmo nei vostri confronti. Come lo si gestisce?
«Fa molto piacere, anche se talvolta la pressione è grande. Io poi sono molto riservata. La cosa che mi interessa di più è aver emozionato le persone a casa e aver avvicinato qualche giovane al volley».
Cosa direbbe a una ragazzina o ragazzino che volesse seguire le vostre orme?
«Lo sport, qualsiasi disciplina, insegna tanto nella vita. Il primo obiettivo è sicuramente di divertirsi sempre in campo».
E lei com’è arrivata in Veneto ad appena 15 anni?
«Avevo giocato le finali nazionali con la mia squadra, la Libertas, a Sorrento, vicino a casa. C’erano dei talent scout e mi hanno proposto Vicenza, che stava cercando un libero e aveva ambizioni di crescita».
Cosa ricorda della città?
«Il centro storico molto bello, ma sopratutto la palestra, dove passavo molte ore della giornata».
Dopo 7 anni a Vicenza e 12 a Conegliano, si sente un po’ veneta?
«Sto bene qui in Veneto, si vive bene. Però sicuramente rimango una “terrona”. Quando torno dai miei parenti però mi dicono che ho perso l’accento campano».
Difetti e pregi dei veneti?
«All’inizio poco socievoli, ma dopo si sciolgono».
Come è nata la proposta di Conegliano, che nel 2013 era un club appena nato?
«Arrivo dalle stagioni a Pesaro. Anche Conegliano cercava il libero e sapevo che volevano puntare in alto, avendo giocato subito la finale scudetto al debutto».
Da allora ha alzato tutti e 24 i trofei gialloblù: 7 scudetti, 7 Supercoppe, 6 Coppe Italia, 2 Champions League e 2 Mondiali per club, più il record di 76 vittorie consecutive…
«Non immaginavo assolutamente che saremmo arrivati a tanto, anche perché le prime due stagioni non sono state facili. Si io che il club siamo cresciuti tantissimo in questi anni. Poi si sono incastrati vari elementi, a partire dalla scelta delle giocatrici e dello staff tecnico».
Ha avuto decine di compagne di squadra. A chi si è affezionata di più?
«Sicuramente Robin De Kruijf. È appena andata via, ma è stata qui otto anni. In generale, anche grazie ai social, sono rimasta in contatto con tantissime di loro».
A proposito di compagne, l’ho vista accompagnare passo passo la nuova palleggiatrice Nanami Seki durante la festa delle associazioni a Conegliano. Si è assunta anche questo ruolo?
«Penso che lei sia molto più in difficoltà rispetto alle altre nuove, perché viene da una cultura molto diversa dalla nostra ed è alla prima esperienza all’estero. Mi fa piacere che si senta a suo agio, perché ha bisogno di un aiuto in più».
La Prosecco Doc Imoco riparte da un gruppo rinnovato e rinforzato. Che impressione ha delle nuove compagne?
«Bella. Siamo insieme da una decina di giorni. Alcune le conoscevo già, altre le ho affrontate da avversarie. È un mix di giocatrici molto forti e due anche molto giovani. Bisognerà vedere come ci incastriamo tutti insieme, ma per adesso sono molto contenta, mi piacciono le mie compagne».
Piacciono anche ai tifosi, che vengono sempre in centinaia agli allenamenti.
«È l’effetto dell’oro olimpico e anche del mercato fatto dai nostri dirigenti. Una come Gabi la vogliono vedere in tanti, oltre alle altre campionesse che già sono qui».
Inizierete la stagione con la Supercoppa il 28 settembre contro Milano, che si è molto rinforzata. Chi parte favorita e perché?
«Direi che si parte da 50 e 50. Noi abbiamo più innesti nuovi rispetto a loro. Ma penso sarà subito un bel confronto, con molte azzurre in campo».
E un tifoso speciale, ovvero il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che non ha nascosto la sua predilezione per la pallavolo.
«Sappiamo tutti che è un grande appassionato di volley, segue il campionato e le nazionali, sia maschile sia femminile. Avere uno come lui che allo sport tiene molto è importante. Ha ospitato tutti gli atleti olimpici e paralimpici prima della partenza per Parigi. Ospiterà al Quirinale tutti i medagliati e anche chi è arrivato quarto. Questo fa capire che ci tiene al fatto che tutto il Paese si avvicini al movimento sportivo».
I dirigenti di Conegliano ripetono sempre che questo club poggia su tre gambe: la squadra, i tifosi e gli sponsor. Cosa ne pensa?
«Noi facciamo la nostra parte lavorando sodo in palestra e durante le partite. Alle aziende che ci sostengono va detto grazie perché ci danno la possibilità di costruire squadre sempre più forti e con giocatori di alto livello, per competere al top in più tornei. I tifosi sanno di essere il settimo giocatore in campo, per noi sono fondamentali. Chiunque venga al Palaverde da avversaria dice di essere in difficoltà. Per tutte noi pantere sono una spinta in più e sono molto importanti per continuare sulla nostra strada». —