Corriere delle Alpi -

Destro: «Sport asset economico fondamentale I Giochi una vetrina per il territorio»

«Lo sport ha un ruolo centrale nel processo di sviluppo di una nazione ed è un asset fondamentale per la formazione e la crescita delle future generazioni. Per questo mi piace sottolineare quanto non sia solamente un generatore di valore economico ma anche e soprattutto di valore educativo e sociale. È stato calcolato che ogni persona sedentaria in meno libererebbe 200 euro di risorse per il sistema sanitario nazionale. Se riuscissimo quindi ad abbassare del 10% il tasso di sedentarietà della nostra nazione, tra i più alti in Europa, risparmieremmo fino a un miliardo di euro, una cifra molto importante». Ne è convinto Leopoldo Destro, presidente di Confindustria Veneto Est e per otto anni alla guida di Assindustria Sport, nata a Padova e ora presente anche a Rovigo, Treviso e Venezia promuovendo grandi eventi sportivi internazionali, dalla Maratona ai Meeting di atletica, con mille atleti tesserati dai 6 agli 80 anni in quattordici categorie. Destro parteciperà domenica a Cortina all’incontro “Aspettando Milano-Cortina 2026: l’impatto e la legacy dei grandi eventi” nell’ambito dello Sport Business Forum.
Con le Olimpiadi alle porte il Nord Est si prepara ad essere una delle capitali mondiali dello sport. Qual è lo stato di salute delle imprese?
«Il settore sta risentendo del generale calo dei consumi e degli scambi all’interno del mercato europeo ma non solo. La conseguenza, anche per le imprese dello Sportsystem, è che non si vedono più i numeri a doppia cifra registrati soprattutto nella fase post pandemica. Tuttavia, anche se a livello più contenuto, prosegue la crescita del settore grazie ai continui investimenti sia sul fronte dell’innovazione del prodotto sia grazie anche alla capacità, tipica delle aziende del nostro territorio, di cambiare rapidamente i mercati e quindi di riposizionarsi verso nuovi paesi».
E in questo contesto quale può essere il valore aggiunto rappresentato da un grande evento come le Olimpiadi?
«Prima di tutto consideriamo i numeri: nel nostro territorio lo sport è un’importante risorsa economica, con il maggiore distretto europeo della calzatura e dell’attrezzatura sportiva. Nel distretto di Montebelluna Asolo sono attive 750 sedi produttive con oltre 8.000 addetti diretti, un valore della produzione di 3,6 miliardi. L’export raggiunge 1,2 miliardi di euro annui che fanno di Treviso la terza provincia italiana per export di calzature sportive e la prima per quello di articoli sportivi. Un tessuto che si è esteso oltre i confini del distretto, al Bellunese e anche al Veneziano, integrando nuove filiere, dall’occhialeria alla bici, alla nutraceutica. Competenze tecniche e professionali di rilievo assoluto che hanno portato tutte le maggiori aziende internazionali a insediarsi nel territorio. Disponiamo quindi di un grande asset industriale che bene si combina con i grandi eventi. In questo senso le Olimpiadi possono rappresentare un’occasione di dialogo tra territori e settori diversi. E dovremo essere bravi tutti noi, nessuno escluso, perché questa partita va giocata in squadra per far conoscere bene ciò che viene fatto nel nostro territorio. Poi, ovviamente, le Olimpiadi sono una occasione per dare lustro ai prodotti e alle eccellenze del Made in Italy, dall’agroalimentare alla cultura».
Lo sport ormai riveste anche un ruolo cruciale nella formazione dei ragazzi. Perché è così importante investire in questo settore?
«L’impresa ha un ruolo importante nell’aiutare le società sportive a crescere. In questo senso servirebbe un intervento ancora più deciso da parte della politica che potrebbe fare di più defiscalizzando questo genere di investimenti, deve esserci il binomio pubblico-privato a supporto della crescita dell’attività sportiva. È indubbio che uno Stato deve avere ben chiaro il valore e il ruolo dello sport. Un primo segnale importante è stata la modifica dell’articolo 33 della Costituzione che riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva in tutte le sue forme. C’è però ancora molto da fare».
Ci fa un esempio?
«Penso a quanto poco ancora si fa nelle scuole. E non mi riferisco solamente alle cifre, ma anche alla scarsa importanza che viene data all’educazione fisica che invece dovrebbe godere di una straordinaria attenzione. Sappiamo che le nostre scuole hanno strutture spesso non all’altezza, per questo dobbiamo puntare a creare nuove strutture all’avanguardia o alla riqualificazione e rigenerazione di quelle esistenti. In questo senso andrebbe riconosciuto e valorizzato il ruolo del privato con una defiscalizzazione più incisiva».
I grandi eventi vengono ospitati anche con l’obiettivo che lascino anche un’eredità. Dal punto di vista infrastrutturale quale ritiene debba essere?
«Ci saranno investimenti importanti per oltre 1,2 miliardi di euro. Penso alle varianti di Tai, di Valle e di San Vito che saranno sicuramente completate entro l’inizio delle Olimpiadi. Poi c’è la variante di Longarone che ha la progettazione in corso da parte di Simico e l’avvio della gara d’appalto è previsto per il 2024 nella speranza di completarla per il 2026. Abbiamo poi la variante di Cortina, che non sarà conclusa in tempo, ma sarà avviata. Di grandissima importanza per il territorio sarà la bretella ferroviaria dell’aeroporto Marco Polo che sarà conclusa in tempo utile per i Giochi. Sono poi previsti lavori per l’elettrificazione della linea ferroviaria che, tra l’altro, permetteranno di ripristinare i collegamenti diretti tra Padova e Belluno, e la riqualificazione delle stazioni bellunesi».
C’è chi ritiene che la montagna non abbia bisogno di grandi eventi ma piccoli interventi di manutenzione continua. Cosa ne pensa?
«È chiaro che Cortina non ha bisogno di farsi conoscere ma, per usare una metafora, deve sfruttare appieno l’occasione per rifarsi il vestito. Allo stesso tempo però le Olimpiadi possono contribuire a far conoscere una montagna meno nota, un intero territorio e le bellezze da scoprire attorno ad esso. Penso ad esempio al Museo dell’Occhiale a Pieve di Cadore. È un luogo che merita di essere conosciuto al grande pubblico perché racconta un’eccellenza del nostro territorio che, sono convito, grazie alle Olimpiadi avrà l’attenzione che merita». —
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