Corriere delle Alpi -

Olimpiadi è caccia aperta a 20mila volontari

Budget, sponsorizzazioni, biglietti, problema impianto di Socrepes, fondazione privata, rapporti con il Cio, polemiche sulla pista da bob e intelligenza artificiale. E dalla prossima settimana la “caccia” a ventimila volontari. Nel giorno del debutto bellunese di Sport Business Forum, evento organizzato dal Gruppo Nem che edita questo giornale, l’amministratore delegato della Fondazione Milano Cortina 2026 Andrea Varnier snocciola numeri e risponde alle polemiche sui Giochi. E l’ha fatto da Palazzo dei Rettori, nel salotto di Belluno, incalzato dal fondatore di Italy Post Filiberto Zovico.
COME è DIVISO IL BUDGET
Fondazione Milano Cortina gestisce 1,6 miliardi, un terzo coperto dal Comitato Olimpico, un terzo dalle partnership e un terzo da biglietti e vendita del merchandising. «Esatto», dice Varnier, «ma vorrei iniziare da quello vissuto a Parigi, dove la Francia ha dato una dimostrazione di unità nazionale incredibile, quello che dovrebbe esserci anche in Italia con un evento come le Olimpiadi. Si sono uniti e hanno fatto sistema; ne sono rimasto colpito, perché la Francia non è molto diversa da noi, anche a livello politico. Per quanto riguarda i nostri conti, sono visionabili sul nostro sito e sono trasparenti. La cifra di mezzo miliardo di euro di partnership è molto ambiziosa, ma ci stiamo avvicinando a quel risultato. Siamo già arrivati a 350 milioni di contratti firmati, anche se alcuni non sono stati ancora annunciati. Una parte del budget lo scopriremo solo con la vendita dei biglietti che inizierà il 7 febbraio».
SERVONO 20 MILA VOLONTARI
«A breve lanceremo un programma importantissimo, per cercare ventimila volontari, che vorranno affiancarsi a noi a fare questo percorso e accogliere gli atleti di più di 90 paesi del mondo. Lo sport ha un valore profondo e ci auguriamo che questi Giochi riescano a esserne testimoni».
DUBBIO SOCREPES
Il dubbio sulla realizzazione dell’impianto di Socrepes potrebbe incidere negativamente sulla vendita dei biglietti.
«È chiaro», dice tassativo Varnier, «che se l’opera non verrà realizzata saremmo costretti a ridurre la capacità del sito delle Tofane».
FONDAZIONE PRIVATA
C’è stata polemica sulla natura della Fondazione che è privata, ma con garanzie pubbliche. A quanto ammontano le garanzie pubbliche?
«Le garanzie pubbliche ammontano a circa 300 milioni e servirebbero a coprire l’eventuale non svolgimento dei Giochi. Ma avere questo tipo di garanzia è un obbligo di quando presenti una candidatura. La natura privata della fondazione c’era anche a Torino. La legge prevede che siamo privati e non abbiamo la caratteristica giuridica per fare dei bandi pubblici».
CIO E FORNITORI
Il Cio contribuisce con 605 milioni. Ma assume decisioni sui fornitori?
«Solamente su quelli che garantiscono il successo dei Giochi, come ad esempio le riprese televisive e le infrastrutture tecnologiche. E spesso si appoggia a dei soggetti che sono anche sponsor olimpici. Fa parte dell’accordo fatto con il Cio. Le stesse piattaforme verranno usate a Los Angeles o alle Alpi Francesi nelle prossime due edizioni. Le Olimpiadi sono l’evento che riceve più attacchi informatici al mondo e questa piattaforma garantisce la protezione».
COSTO DEI VILLAGGI OLIMPICI
In questi giorni è molto discussa sui villaggi olimpici. Si è parlato di container marini convertiti a moduli abitativi prefabbricati. Costano oltre 39 milioni di euro, pari a circa 27 mila euro a persona.
«Su questo vorrei in primis approfondire la questione villaggio olimpico. È una vera e propria città in cui gli atleti vivono per venti giorni, con spazi comuni per l’aggregazione, strutture mediche, palestre e così via. È la prerogativa delle Olimpiadi, non è un Mondiale dove ogni nazione si sceglie gli alloggi in base alle proprie possibilità. Si era parlato di creare una struttura a Milano che poi sarebbe rimasta come studentato, oppure un’altra a Cortina che sarebbe stata utile per gli alloggi dei lavoratori stagionali. Ma la decisione è stata quella di creare dei villaggi temporanei. Detto questo, non possiamo certo far dormire gli atletimigliori al mondo in delle tende. Se io divido la spesa complessiva per i posti letto ottengo una cifra e faccio la polemica. Se invece interessa capire cos’è un villaggio e come sarà strutturato, noi siamo qui a disposizione. Simico si occupa della costruzioni, mentre noi decoriamo gli alloggi e forniamo l’attrezzatura sportiva per la palestra».
LA QUERELLE PISTA DA BOB
Impossibile non parlare della tanto contestata pista da bob.
«Cortina era una delle piste più antiche e la candidatura prevedeva che la nuova pista dovesse sorgere nello stesso punto. Una serie di problematiche ben note a tutti hanno rallentato l’operazione, ma voglio ribadire che spostare le gare all’estero non sarebbe stato gratuito, come dall’estero hanno voluto far credere. E avrebbe avuto un altro fascino per gli atleti. Gli sport di scivolamento sono sempre stati una cassaforte di medaglie per l’Italia. Sono contento che il governo abbia deciso di investire sulla pista, è stata la decisione migliore. Senza quella pista il progetto sarebbe cambiato radicalmente. Noi come organizzatori ci saremmo adeguati, ma spostarci da Cortina, a mio avviso, sarebbe stato un errore».
CHI PAGHERà LA GESTIONE?
Sul milione e 400 mila euro che serviranno ogni anno per gestirla in futuro, Varnier è fiducioso.
«Cortina non è Cesana, che mancava di tradizione ed era priva di un Bob Club. Noi come Fondazione non ci saremo più dopo i Giochi, ma sono sicuro che l’utilizzo sarà adeguato all’importanza dell’impianto. La pista di La Planche, in Francia, è in attivo».
INTELLIGENZA ARTIFICIALE
Andando sui motori di ricerca della IA i giudizi su Milano Cortina 2026 che escono sono negativi. Forse il punto di vista della Fondazione non è ancora entrato in circolazione.
«Non sono giovanissimo e ho qualche diffidenza nei confronti dell’intelligenza artificiale. A me piace usare le ricerche tradizionali. Siamo andati a chiedere un parere personalmente a molte persone e il gradimento ai Giochi supera l’80 per 100. Inoltre abbiamo avuto grandissimi numeri sui social a Parigi. Abbiamo parlato con quasi mezzo milione di studenti e abbiamo percezioni positive, anche per far capire il valore delle Paralimpiadi».
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