Le Olimpiadi sono prima una scelta e poi un’occasione. Andranno a incidere sul Pil nazionale per 4,5 miliardi di euro e metteranno a terra 1,4 miliardi in termini infrastrutturali. Ma i Comuni veneti, nello specifico quelli bellunesi, devono essere uniti e sentirsi più coinvolti. Numeri e concetti che descrivono quanto discusso ieri durante la giornata conclusiva dello Sport Business Forum, in occasione dell’evento dedicato all’impatto e alla legacy delle grandi manifestazioni, andato in scena all’Alexander Hall di Cortina. Una cinque giorni, quella conclusasi ieri, che ha fatto registrare un grande successo di pubblico.
IL RICHIAMO DELLA REGIONE
Un monito, quello verso i Comuni, lanciato a gran voce dalla Regione Veneto, rappresentata dall’assessore al Bilancio, Francesco Calzavara, tra i relatori dell’appuntamento insieme a Leopoldo Destro, presidente Confindustria Veneto Est, Stefano Longo, presidente Fondazione Cortina e Andrea Monti, direttore comunicazione di Fondazione Milano Cortina 2026. «È un momento importante per la nostra Regione, eventi come questo ci permettono di testimoniare la forza economica e la creatività di un territorio», afferma Calzavara. E prosegue: «Però, dobbiamo capire come coordinarci meglio: ho la sensazione che si vada avanti a macchia di leopardo. In provincia di Belluno serve più gioco di squadra: se tutti i Comuni si sentissero maggiormente parte di questo appuntamento, forse riusciremmo anche noi, come Regione, a trovare un sistema per finanziare meglio l’evento e cercare così di fare capire che le Olimpiadi non riguardano solo Cortina, ma un territorio più ampio. I Giochi nascono da un’idea del presidente Luca Zaia, osteggiata ai tempi dal Governo. Ma grazie alla sua determinazione, abbiamo portato a casa quella che è una straordinaria opportunità per il territorio: mediatica, lo stiamo già vedendo, ma anche infrastrutturale, perché in questo Paese le opere pubbliche si realizzano solo ed esclusivamente attorno ad un grande evento. Quindi, la cifra di 1,4 miliardi che arriveranno sul territorio in termini infrastrutturali, non si fermeranno alle Olimpiadi, ma si vedranno i risultati anche dopo. Una grande legacy, di carattere infrastrutturale, che rimarrà in Veneto. Se l’imprenditoria locale continuerà a credere in questa straordinaria capacità di attrarre turisti in Regione, cresceremo ulteriormente dal punto di vista dell’economia turistica su tutto il territorio. La Regione, nel corso del prossimo bilancio, farà un collegato alla legge di stabilità, per stanziare un milione di euro per la legacy delle Olimpiadi. La grande preoccupazione di tutti, terminati i Giochi, è che cali l’attenzione, ma non sarà così. Le infrastrutture che resteranno, come la pista da bob, dovranno avere un supporto di carattere economico che possa dare continuità e la possibilità di sfruttare al meglio questa risorsa. Cosa da fare in collaborazione con le Federazioni e con gli enti preposti, che dovranno dare supporto dal punto di vista degli eventi. L’assessore poi conclude: «È noto che le piste da Bob non producono grande economia o sostenibilità, hanno almeno per un periodo la necessità di un supporto di carattere pubblico. È inutile nascondersi. Ma se questo ci crea un indotto economico per la località, è chiaro che quello che investo per mantenere la pista da Bob genera un’economia positiva».
Il pensiero di Confindustria Veneto Est
«Le Olimpiadi sono una grande opportunità per il territorio – afferma Leopoldo Destro, presidente Confindustria Veneto Est – A partire dalla viabilità, con le diverse varianti che saranno fatte, alcune pronte già per le Olimpiadi, fino alla variante di Longarone e poi Cortina, dove certi interventi verranno fatti dopo i Giochi. Cito anche la parte ferroviaria, con l’elettrificazione di tutte le stazioni del Bellunese. La possibilità, quindi, di mettere in contatto Padova e Belluno in maniera diretta. E, fiore all’occhiello, l’alta velocità, che collegherà l’aeroporto di Venezia, un altro asset importante per le Olimpiadi. La strada Milano-Cortina, poi, sarà una tratta molto trafficata e in merito a questo, penso gioverà molto la Pedemontana veneta, che potrà permettere di alleggerire il traffico sull’autostrada A4 e tagliare direttamente verso Cortina».
Il ruolo di Fondazione Cortina
Come alimentare lo sport e le opportunità per i giovani attraverso le Olimpiadi? «Questo è l’aspetto più importante, alimentare lo sport giovanile tramite questi eventi», afferma Stefano Longo, presidente Fondazione Cortina. «Noi ci occupiamo di sport ed abbiamo necessità di avere grandi atleti, ma anche ottimi tecnici, ragazzi e ragazze che si occupano dell’organizzazione di questi eventi. Questa è la vera e propria legacy: avere un team a fisarmonica, che passa da 12 elementi in certi periodi dell’anno, ma che arriva a 350 persone durante la Coppa del Mondo femminile. Sono tutte risorse del territorio: alcuni sono volontari, altri sono professionisti, con una grande continuità di esperienza che nel ruolo di direttore di pista, ad esempio, risale a tre generazioni fa. L’obiettivo, intrinseco, della Fondazione, è creare nuove opportunità professionali di lavoro per i ragazzi del territorio, grazie ai grandi eventi sportivi nazionali e alle Olimpiadi e Paralimpiadi. Ma, allo stesso tempo, trasferire sul territorio i grandi valori dello sport», ha poi aggiunto.
Fondazione Milano Cortina 2026
«Avremo gli occhi del mondo puntati addosso – dice Andrea Monti, direttore comunicazione di Fondazione Milano Cortina 2026 – Quando si parla di Milano Cortina spesso si dimentica di una piccola cosa: la legacy fondamentale, iniziale, è che miliardi di persone avranno davanti agli occhi Cortina, i territori e le nostre eccellenze. C’è solo un modo per rovinare questa legacy positiva: fare delle brutte Olimpiadi, ma questo non accadrà. L’impatto economico delle Olimpiadi è stato calcolato per approssimazione da studi della Bocconi e Ca’ Foscari: otto miliardi di produzione, l’impatto sul Pil sarà di oltre quattro miliardi di euro e si creeranno circa 60 mila posti di lavoro di varia natura e identità. Questo è un impatto enorme dal punto di vista degli investimenti, ma soprattutto dal punto di vista di tutti quei lavori che magari erano già programmati, che sicuramente erano necessari e che si faranno durante e dopo il periodo olimpico». —